"Passione e ricerca nell’opera figurativa di Bruno Benfenati"
L’artista bolognese Bruno Benfenati manifesta sin dall’inizio della sua carriera una particolare attenzione alla tradizione fiamminga, olandese e italiana del Cinquecento del Seicento e del primo ottocento.
La conoscenza della tradizione è per Benfenati l’imprescindibile punto di partenza di ogni arte che voglia dirsi originale.
I suoi quadri misteriosi ed affascinanti ci permettono di fare una serie di paralleli con pittori del passato come, per fare un esempio, Sebastian Stosskoff, o lo spagnolo Francisco Zurbaran con i suoi fondi neri che diventano una finestra sull’assoluto ove si coglie il tema del disincanto.
Benfenati con animo barocco lascia le sue tracce con colori e pennelli in bilico tra sogni di gloria e un presente faticoso.
Affascinanti e non privi di inquietudine sono i suoi ultimi lavori presentati con gran successo di critica e pubblico nel mese di Dicembre a Bologna presso la Galleria del Colonna diretta da Claudiana Berardi.
Le sue opere non sono oggetti silenziosi, ma una presenza coinvolgente che entrano in dialogo con il tempo presente e lui stesso ci riferisce che “Dipingere una immagine è rubarla al trascorrere del tempo, leggerla nella sua luce, per goderla e migliorarla in una meditata contemplazione”.
Benfenati è uno specialista della natura morta. Su tutti i soggetti (libri, frutta e
strumenti musicali) aleggia una chiara malinconia, un sentimento di struggente caducità, di precarietà: quasi l’invito, poeticamente espresso a godere dell’attimo di luce in cui le cose si rivelano nella loro transitoria, fugace meraviglia.
Carmelita Brunetti
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